Il grande silenzio: perché non si trovano gli alieni? Anche Sherlock Holmes fa il miscredente.

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MaxNapoli
view post Posted on 2/1/2012, 13:30




Buon anno a tutti. Vi avevo promesso un post da veri miscredenti per chiudere il 2011 e aprire il 2012. Eccolo, su segnalazione di un collega del nostro caro Positivista, che, evidentemente, desidera rimontare le posizioni perse nella classifica di coloro che non credono agli Alieni. Il testo integrale (in inglese) si trova a questo link e ha per titolo: “Il grande silenzio; E.T. è qui fuori, ma perché mai non riusciamo a trovarlo?”. Io proverò a sintetizzarlo, partendo dalla iniziale barzelletta-sfottò (avverto: chi ride, viene subito identificato e finisce nella Camera del Miele…), protagonisti Sherlock Holmes e il dottor Watson. I due decidono di campeggiare, piazzano la loro tenda sotto le stelle e vanno a dormire. Ma nella notte, Sherlock Holmes si sveglia e decide di chiamare l’amico dottore: “Watson, guarda in alto e dimmi che cosa vedi”. Il dottore risponde: “Vedo milioni e milioni di stelle…”. Holmes: “Quali deduzioni, allora?. Watson: “Se ci sono milioni di stelle e anche ipotizzando che solo poche di loro hanno dei pianeti, è probabile che ce ne siano alcuni che riproducono una situazione simile a quella della Terra. E se un pianeta è come la Terra, allora potrebbe avere ospitare la vita”. Holmes: “Watson, sei un idiota: qualcuno ci ha portato via la tenda…” In buona sostanza, siamo a queste tesi. Ve le riduco all’osso, arrivando al succo di quel post: ci sarà anche una logica nell’effettuare certe ricerche, ma… 1) da quasi 50 anni gli scienziati non sanno nemmeno dove andare a cercare; 2) si stanno buttando via un sacco di soldi, e lo prova il fatto che quelli del Seti hanno ridotto drasticamente gli investimenti; 3) si finisce con il fare la figura dei grulli, fregati come il dottor Watson. Pertanto, se anche trovassimo un interlocutore alieno, date le distanze che ci separano dal suo eventuale pianeta, arriveremmo a confrontarci con esseri di un’età anteriore di 400 anni almeno rispetto ai nostri giorni. Gli extraterrestri di quella loro epoca sarebbero davvero tanto più evoluti di noi da potersi mettere in comunicazione? E ne avrebbero davvero voglia? Hanno davvero lasciato una testimonianza di loro stessi in grado di arrivare fino a noi e prima che una guerra nucleare o la nostra propensione a gestire male il pianeta anticipino quanto accadrà tra cinque miliardi di anni, nel momento in cui il Sole diventerà una “gigante rossa” e inghiottirà la Terra? La mia obiezione di fronte a queste argomentazioni è una sola (sarà banale, ma la difendo): continuiamo a ragionare con schemi terrestri e legati a quel che conosciamo oggi. Invece secondo il mio punto di vista, per pensare di arrivare a un dialogo con gli Alieni, è necessario postulare qualcosa di differente, magari gli stessi “aggeggi” di Star Trek. Ma il salto deve essere prima culturale che tecnico-tecnologico.
 
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